Il nervo vago svolge un ruolo cruciale nella regolazione del sistema nervoso autonomo e, di conseguenza, nella gestione dello stress e dell’ansia. Questo nervo, il più lungo del corpo umano, connette il cervello con diversi organi vitali e influisce su molte funzioni, tra cui il battito cardiaco, la digestione e la risposta allo stress.
Il nervo vago è una componente chiave del sistema nervoso parasimpatico, responsabile della risposta di “riposo e digestione“. Quando attivato, quindi, aiuta a contrastare gli effetti del sistema nervoso simpatico, che è associato alla risposta “lotta o fuga” tipica dell’ansia. Un tono vagale basso è stato associato ad una maggiore vulnerabilità allo stress e ai disturbi d’ansia. Quando il nervo vago non funziona in modo ottimale, il corpo rimane in uno stato di allerta costante, rendendo difficile il rilassamento. Infatti, alcuni effetti di una scarsa attività vagale includono l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, una respirazione superficiale e irregolare, problemi digestivi legati allo stress e una maggiore sensibilità agli stimoli stressanti
Migliorare il tono vagale può avere un impatto positivo sulla regolazione dell’ansia. Alcuni metodi efficaci includono la respirazione diaframmatica, l’esercizio fisico (in particolare lo yoga e le attività aerobiche migliorano il tono vagale) e una dieta e microbiota intestinale: un intestino sano supporta il funzionamento ottimale del nervo vago.
Il nervo vago rappresenta un ponte tra il cervello e il corpo, e svolge un ruolo chiave nella regolazione dell’ansia. Stimolare questo nervo in modo naturale può aiutare a migliorare il benessere psicofisico, riducendo gli effetti dello stress e favorendo uno stato di calma e rilassamento. Approfondire il suo funzionamento e adottare strategie per potenziarlo può essere un passo importante nella gestione dei disturbi d’ansia. La conoscenza e la consapevolezza della funzione di tale terminazione nervosa da parte dei nostri clienti/pazienti può rappresentare un fondamentale punto di partenza per comprendere e gestire alcuni comportamenti considerati disfunzionali. Tale psicoeducazione può e deve essere declinata secondo l’ipotesi teorica di colui che da oltre quarant’anni studia il nervo vagale, lo psichiatra e psicologo statunitense Stephen Porges il quale, con la sua Teoria Polivagale (Porges 2007), ha rivoluzionato il nostro criterio di osservazione delle reazioni fisiologiche di sopravvivenza a fronte di situazioni percepite come pericolose.